Alla scoperta del litarale Jonico
Santa Maria al Bagno: una delle spiagge più belle del Salento!
Le Marine di Melendugno sono uno dei vanti del Salento, e tra queste spicca Santa Maria al Bagno, antico villaggio di pescatori dalle origini antichissime e dalla bellezza paesaggistica sorprendente.
Il fascino antico di Santa Maria al Bagno
Il territorio sul quale sorge questa frazione di Nardò è sempre stato molto ambito per via della vicinanza ai principali centri salentini, da Otranto a Lecce a Santa Maria di Leuca. Non sorprende la presenza delle torri di avvistamento lungo il litorale, tra le quali spicca la “Torre delle 4 colonne”: un tempo prendeva il nome dal fiume Galatena, una preziosa sorgente di acqua dolce in difesa della quale era stata eretta. Oggi di quella torre restano quattro bastioni angolari che ne hanno dato la nuova denominazione. Ma molte altre sono le tracce del passato di Santa Maria al Bagno, dalla “Grotta del Fico“, nella quale sono stati ritrovati reperti quali ceramiche e frecce preistoriche, alla necropoli risalente alla civiltà messapica fino alle vestigia romane, dal porto “Emporium Nauna” alle aree termali. Senza dimenticare le residenze in stile liberty del ‘900 che accolgono il visitatore che si appresta a visitare Santa Maria.
La costa di Santa Maria al Bagno
Le Marine di Melendugno vantano uno dei mari più belli e spettacolari, e non fa eccezione Santa Maria al Bagno la cui costa vede un piacevole alternarsi di calette sabbiose e di scogli che, plasmati negli anni dal mare e dal vento, si tuffano nelle acque turchesi, il tutto abbracciato da un tripudio di profumata macchia mediterranea. I fondali delle acque che lambiscono la riva, spesso punteggiate da barche che percorrono in lungo e in largo la costa alla scoperta degli anfratti più nascosti, sono perfetti per gli amanti di immersioni e di pesca subacquea, tale da poter coniugare il relax in riva al mare con una piacevole e rinfrescante attività sportiva. Il legame di Santa Maria al Bagno col mare è tanto stretto che la tradizionale processione settembrina in onore di Santa Maria parte proprio dall’amato mare, con la statua della santa posta su una barchetta di pescatori: una celebrazione assai suggestiva sentita in tutto il Salento.
Tra mare e storia: Torre Uluzzo
Sulla costa ionica salentina, tra Porto Cesareo e Gallipoli, sorge uno dei luoghi più spettacolari e selvaggi del territorio: si tratta di Porto Selvaggio, parte del Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Questa selvaggia località balneare, adatta a chi non ama le spiagge affollate ma cerca pace e tranquillità, offre non solo natura e mare ma anche storia: in questo piccolo angolo di Salento vi sono memorie della più antica storia salentina, dalla preistoria fino al ‘500, con la presenza in particolare della Torre Uluzzo. Nella baia rocciosa di Porto Selvaggio, bagnata da acque limpide e particolarmente fresche vista la presenza di sorgenti sotterranee che sfociano direttamente in mare, svettano tre torri, Torre Inserraglio, Torre dell’Alto e Torre Uluzzo. Queste costruzioni, come altre simili presenti in Puglia, sono figlie della decisione di Carlo V di difendere meglio le coste del suo regno, in seguito alla devastazione turca avvenuta nel 1480 ai danni di Otranto. Ordinò dunque al viceré Pedro da Toledo di fortificare castelli e mura, ma soprattutto di costruire torri costiere che potessero comunicare visivamente tra loro. Così è nata la Torre Uluzzo, progettata nel 1568 da Leonardo Spalletta e rimasta in funzione fino al 1777. Oggi la Torre, sita a picco sul mar Ionio, è sostanzialmente diroccata, ormai preda della vegetazione: si intuisce però la sua forma tronco piramidale e, sulle quattro pareti rimaste in piedi, si possono ancora scorgere le piombatoie in basso. Le pietre con le quali è stata costruita la Torre Uluzzo sono tutte in carparo locale, squadrate agli angoli, più irregolari al centro, con della semplice malta di terra a tenerle insieme.
Un piccolo gioiello archeologico a due passi da Torre Uluzzo
Introno alla Torre Uluzzo si stende un parco grande ben 1000 ettari, punteggiato qua e là di macchia mediterranea, con la presenza anche di quell’asfodelo che dà il nome, nella sua versione dialettale, alla stessa torre. Ai piedi della stessa si aprono moltissimi anfratti e grotte, tra le quali la Grotta del Fico, la Grotta di Serra Cicoria, la Grotta di Uluzzo e la famosa Grotta del Cavallo: in quest’ultima cavità carsica, sita a 15 mt di altezza sul mare, sono stati ritrovati moltissimi reperti archeologici, tra cui denti appartenuti ad un antico Homo Sapiens, chiamato oggi uluzziano, vissuto all’incirca 44 milioni di anni fa. Pare che in passato davanti alla grotta, in inverno, si aprisse una terra popolata da cervidi e bovidi, mentre d’estate il livello del mare saliva, a causa dello scioglimento dei ghiacci, inondando la grotta. Questi reperti sono oggi conservati all’interno del “Museo della Preistoria di Nardò“, una tappa imperdibile per tutti gli appassionati di archeologia: sorge in un vecchio Convento dei Francescani, nel cuore del quartiere ebraico di Nardò, e custodisce testimonianza antichissime, tra cui pesci fossili vissuti nel periodo Cretaceo.
Porto Selvaggio
Il parco di Porto Selvagglio e la Palude del Capitano si trovano nella parte ovest del Salento, sullo Ionio, a metà strada tra Porto Cesareo e Gallipoli. ll parco naturale di Porto Selvaggio e’ uno dei fiori all’occhiello di Nardò, una delle principali cittadine della provincia di Lecce. Esteso per oltre 1.200 ettari è caratterizzato dalla presenza di alberi di pino d’aleppo e da querce. Queste specie vegetali crescono spontanee lungo i sentieri del parco. In questo splendido luogo troviamo moltissime specie floreali tipiche della macchia mediterranea, tra cui alcune specie rare di orchidee selvatiche. Per quanto riguarda la fauna, il visitatore ha l’opportunità di avvistare volpi, donnole, ricci e, durante i giusti periodi dell’anno, anche il merlo, il tordo e l’upupa oltre al falco grillaio e al falco gheppio. Il parco di Porto Selvaggio è la location ideale per praticare tantissime tipologie di sport: dalla bicicletta, alla corsa, al nuoto, ma anche sport acquatici come snorkeling, pesca sportiva e diving. Il parco si affaccia, infatti, sul Mar Ionio in un tratto di scogliera bassa ed, a tratti, poco frastagliata., con piccole spiagge di ciottoli che degradano lentamente verso le profondità marine. La Caletta di Porto Selvaggio è un posto meraviglioso, come tutto quello che c’è da vedere nelle sue vicinanze. Per passare un pomeriggio diverso potreste visitare la Grotta del Cavallo o Serra Cicora.
La grotta del Cavallo
La Grotta del Cavallo: per altenare mare e archeologia, qui troviamo un sito archeologico assolutamente da non perdere. Questo luogo infatti ha restituito alla storia numerosi reperti risalenti all’Uomo di Neanderthal, oltre ad aver fornito la testimonianza della cultura Uluzziana.
Serra Cicora
Nella cosiddetta Serra Cicora è presente una necropoli risalente al V sec. a.C. che presenta anche delle strutture megalitiche. Sull’altopiano della serra è collocata la Masseria di Torre Nova, il centro logistico del Parco, completamente restaurata e comprendente una sala convegni da circa 60 posti e sale espositive. Si può visitare su appuntamento o in relazione ad eventi ed esposizioni.
La Palude del Capitano
Nella parte settentrionale si estende il sito di interessa cominitario La Palude del Capitano, uno specchio d’acqua per i rari fenomeni carsici chiamati “spunnullata” che non ha termini eguali nella lingua italiana consistono in grotte collassate in cui affiorarano specchi d’acqua alimentate da acque dolci sorgive e da acque salmastre ospitante numerose specie di animali acquatici e rarissime specie vegetali come la Sarcopoterium spinosum, comunemente conosciuta con il nome di Spinaporci. Più a sud, in corrispondenza della Palude, la costa torna ad essere rocciosa e impervia, ma ogni tanto è possibile trovare dei luoghi ideali per trascorrere una giornata al mare in completo isolamento. Deliziosa una “spunnulata” sulla linea della costa, collegata al mare da un “buco” sotterraneo, che è diventata una piscina naturale tondeggiante, del diametro di alcuni metri.
Località Frascone
Al centro della località Frascone si apre la spiagga omonima del Frascone, raggiungibile dal parcheggio con una breve passeggiata, un pezzo di costa che presenta sia un tratto con scogli bassi e agevoli, sia qualche metro di arenile in cui è possibile distendersi al sole.
Raggiungere Porto Selvaggio e la Palude del Capitano
– Per chi proviene da Porto Cesareo, seguire le indicazioni per S.Isidoro e percorrere la litoranea (SP 286) in direzione Nardò: si incontrano nell’ordine la palude del Capitano, poi la Baia di Uluzzo e la pineta di Porto Selvaggio.
– Per chi proviene da Gallipoli, seguire le indicazioni per S.Caterina e poi per la litoranea Nardò – S.Isidoro – Porto Cesareo (SP 286).
– Per chi proviene da Lecce, arrivati a Nardò, prendere la strada per S.Caterina e seguire le indicazioni per la litoranea Nardò – S. Isidoro – Porto Cesareo (SP 286).
– Per chi ha il navigatore, queste sono le coordinate della Masseria di Torre Nova: N 40° 10′ 13,54″
- Per chi arriva in Salento, con treno o autobus, vi è il servizio di bus Navetta parte da Gallipoli o Nardò e in 20 minuti vi porta, a Porto Selvaggio
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